La nostra propensione al giudizio può trasformarsi in ammirazione dell’altro? Un’utopia, forse, ma potenzialmente efficace e gratificante nelle svariate implicazioni lavorative, familiari, di relazione con l’altro.
Partiamo dallo stimolo di un maestro della relazione, C. Rogers (Un modo di essere; Edizione Martinelli), che scrive:
“Uno dei sentimenti più gratificanti che io conosca, ed una delle esperienze che meglio promuovono la crescita dell’altra persona, sorge dall’apprezzare un individuo nello stesso modo in cui si apprezza un tramonto. Le persone sono altrettanto meravigliose quanto i tramonti se io le lascio essere ciò che sono. In realtà la ragione per cui forse possiamo veramente apprezzare un tramonto è che non possiamo controllarlo. Quando osservo un tramonto non mi capita di dire: ‘addolcire un po’ l’arancione sull’angolo destro, mettere un po’ di rosso porpora alla base, e usare tinte più rosa per il colore delle nuvole’. Non lo faccio. Non tento di controllare un tramonto. Ammiro con soggezione il suo dispiegarsi.”
Come si interseca questo discorso con l’attività del Coach o di chi si trova a dirigere persone in azienda, o anche con i nostri figli?
Come da prassi della Vip Lounge Area della Coaching Management Academy, rifletteremo e ci confronteremo semplicemente cercando la verità professionale per noi posta da questi stimoli.